02 marzo 2009

"La maledizione del Barella"

Ieri le previsioni hanno toppato, ma alcuni stoici bikers del west coast non hanno potuto resistere all'oblio e si sono ritrovati in un luogo insolito ad un orario insolito.
Il fine settimana da poco trascorso potrà essere ribattezzato con il nome "la maledizione del Barella", per i motivi che troverete andandovi a leggere le risposte dei giorni passati, anche se era già partito con il piede sbagliato durante la notte del 1marzo, quando, durante la fase del sogno, il sottoscritto ha cominciato a sognare:
1°sogno _ non sento la sveglia e mi alzo alle 11.00 in preda a crisi di panico perchè non sono andato in bici;
2°sogno _ piove di brutto e non posso andare in bici con crisi annessa.
Si capisce benissimo che il mio sonno non è stato dei migliori, ma immaginatevi quando ho visto che pioveva per davvero e che dopo un giro di telefonate/sms tutti rimanevano a casa; in quel momento ho pensato al Barella che, dall'alto della montagna, sghignazzava diavolescamente vedendoci tutti rinchiusi nelle rispettive casa. Il tempo non migliora, ma quanto meno la pioggia è diminuita rispetto a prima; Milk non provo nemmeno a richiamarlo perchè ormai la sua giornata è segnata, ma Cattivik & crew cosa faranno? Mi risponde Ale dicendomi che sono quasi a Santa Lucia; io mi vesto, vado a Pietrasanta in macchina per recuperare k-way e casco aperto e mi avvio con la speranza di beccarli da qualche parte.
La salita di Regnalla è dura come al solito, forse più del solito nonostante i cerchi molto più leggeri e le gomme gonfiate a pressione. Arrivo alla rampa finale e penso a scendere di bici e spingere, ma non appena alzo gli occhi vedo che mancano pochi metri alla conclusione; da qui prendo il sentiero che mi porta a Santa Lucia e prima di arrivare in paese provo a sentire Cattivik & crew dove sono. Per fortuna hanno fatto il sentierino che passa accanto alla rete ed adesso si trovano in fondo a quello di Montebello; mi aspettano, ma mi devo sbrigare per cui: sgonfio le gomme, abbasso la sella, mi metto gli spy e giù. Arrivato a questo insolito luogo di ritrovo ho già contato due jolly a causa di un settaggio non perfetto, ma chi se ne frega, per fortuna adesso non sono più solo e posso portare per il .... quel satanasso che ci guarda dall'alto. Lungo la salita di Pedona scopro cose nuove ed ascolto incuriosito le parole di Simone che mi svelano dei retroscena interessanti sui tempi in salita della 1^ tappa di superenduro. Il nostro passo è discreto, ma nulla si può di fronte alla gamba del babbo della Sara; un uomo che il giorno prima si è fatto più di 100km. con la bici da strada (deve essere per forza il nostro preparatore atletico).
Giunti sulla gobba più alta di Pedona ci si riprepara per la discesa, ma questa volta gli spy li uso solo per metà percorso (e forse anche meno) perchè non ho le pellicole di ricambio.
Simone fa da apripista e si vede che questo è il percorso di casa; soprattutto nella zona dell'uliveto riesce a mantenere un'andatura più che buona e sono contento di aver appreso qualche cosa di nuovo anche se per poco, visto che le mie gambe avevano incominciato a cedere. Finito il giro tutti a pulire la bici grazie al getto di acqua fornito, per gentile concessione, da Bikerinside e poi a casa a levarsi gli abiti tutti fangosi e gustarsi un bel getto di acqua calda per circa 10min.

3 commenti:

Anonimo ha detto...

Dai,son segate...

Anonimo ha detto...

Grande Barella

Simone Pera ha detto...

Piiiiiiii