Ma che si proverà a fare una notturna? Quali sono le sensazioni che ti trasmette? E poi come si può vedere il sentiero se questo viene illuminato da un piccolo faretto?
Grazie ai compagni storici della Versilia (Scopetta e Solitario) riesco finalmente a rispondere a tutte queste domande il giorno 13 c.m..
Prima di raggiungere il punto di partenza (Sna Carlo di Massa) passo dall'acciaccato Milk (anche lui doveva unirsi alla crikka, ma per un infortunio al calcetto si vede costretto ad abbondonare questa serata)dove mi aspetta l'impianto luce che è del tipo artigianale costituito da un bel faretto collegato ad una batteria di uno motorino. Completata l'operazione di montaggio (comprendente anche il cambio di una camera d'aria alla ruota posteriore) ringrazie, saluto e da Ronchi mi sposto in quel di San Carlo dove arrivo con un buon margine di anticipo.
Posizionata la macchina al parcheggio, mi vesto e raggiungo la piazza di questa ridente frazione termale dove, nell'attesa, scatto le prime foto.
Piano piano vedo arrivare l'organizzatore dell'evento (Solitario) e Scopetta; manca soltanto Petit Napoleon all'appello e nel frattempo parliamo un pò delle nostre uscite durante queste non ferie di ferragosto e testiamo il funzionamento dei nostri impianti. Io rimango stupito da quanta luce riesce a fare il mio e sono certo che non avrò problemi nel vedere tutti i vari passaggi che incontreremo durante questo giro.
Ore 9.15: adesso siamo tutti e possiamo partire; il primo pezzo è su strada ed io sfrutto le luci dei miei compagni in quanto non conosco bene l'autonomia del mio impianto. Dopo pochi minuti entriamo nella sterrata e sento scorrere nelle mie vene una sensazione tutta nuova; mi ritrovo da solo nel buoi e nel silenzio della notte accompagnato da tre grandi lucciole che tracciano il commino da seguire.
Il sentiero adesso si fa duro e dobbiamo scendere dalla nostre bici e spingere per almeno 10 minuti buoni, dopodichè inizia il primo single track nel bosco di castagni ed allora pigio il pulsante che da luce al mio commino (e non solo)
Tutto sembra così irreale.......................è una situazione incredibile! Non ti rendi nememno conto dello sforzo che stai facendo perchè pensi esclusivamente al mistero dell'oscurità, portando la tua testa a viaggiare in un magnifico mondo incantato.
I folletti davanti a me viaggiano tranquilli come se tutto fosse normale, come se la loro vita sia proprio quella del bosco in una notte di piena estate (scusa certe citazioni, ma sono stato un lettore di Dylan Dog).
Nel nostro cammino incontriamo anche degli accampamenti che un pò turbano la quite, ma per fortuna il loro è soltanto un brusio che non disturba più di tanto il nostro apparato auricolare ed alla fine raggiungiamo la vetta del monte Belvedere da dove ammiriamo tanti stradisti ("perchè non provate a divertirvi!) che illuminano la vallata e qualcuno lancia in aria anche segnali di arrertimento.
Facciamo una breve sosta, ci vestiamo, accendiamo le luci e giù verso nuovi orizzonti.
La discesa mi viene ben segnalata dal faro che ho a disposizione e sono talmente sicuro che riesco a lasciare i freni e raggiungere discrete velocità. Il bosco piano piano avanza fino a che non sono immerso nel castagneto; comincio ad ambientarmi sempre meglio all'interno di questa situazione e mi sembra quasi di rincorrere un qualcosa che non esiste, ma che è presente nel mio spirito.
La cosa strana è che gli ostacoli più tecnici mi sembrano così facili, tutto è alla mia portata e riconosco ogni singolo pezzo anche se non l'ho mai fatto.
Unico inconveniente del giro è il faro di Petit Napoleon che piano piano si attenua fino a spengersi completamente, ma per fortuna la mia luce è così forte che riesco benissimo a segnalargli il tracciato.
Arriviamo nell'abitato di Cà di Cecco e poi Pariana; il giro stà per finire, ma la bellezza di passare di notte in questi vicoli è indescrivibile. Purtroppo vedo la mia macchiana e ciò indica la fine del giro, ma non della serata, in quanto Solitario ci ha preparato un degno ristoro nel suo suo riparo dalle caldi notti della Versilia. Qui, dopo una scalinata che proprio non ci voleva, consumiamo birra, salsiccie e wurstel, parliamo un pò di quanto è bello girare in mtb senza quello spirito agonostico che contraddistingue le gare e poi ci dirigiamo alle macchine per tornare a casa e sognare di nuovo questa magnifica avventura.
Un ringraziamento particolare a Solitario che ha organizzato giro e ristoro ed un grazie mille a Milk che mi ha prestato quel popò di impianto.
N.B.: nei quattro bikers che hanno effettuato questa notturna ero l'unico con la front.
F.F.F. forever
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