Il giro-in-giro di sabato scorso in Brugiana è un mio parto mentale di lunga data, che tuttavia stentava a venire alla luce. Sabato scorso è stata la giornata giusta. @one può dire quello che vuole ma di plumbeo c'era forse solo il suo state of mind dopo 4 forature in pochi centinaia di metri di discesa.
Giornata splendida, temperatura mite e nel cielo azzurro neppure una nuvola. Ci aspettava la salita della Brugiana e due splendide discese. Secondo me questo è davvero un bel giro e credo che tutti i presenti possano confermare. Io, Leopard, Malco e @one con le nostre hardtail, Maik con la molla sotto al culo: i 5 dell'ave maria.
Questo giro racchiude in se tutte le variabili che un giro all-mountain deve avere: una prima salita non troppo faticosa (e noi abbiamo saltato un pezzo panoramico ma spaccaschiena) e quindi godibile, singletrack più semplici come riscaldamento ma con difficoltà in progressivo aumento, un'altra salita più dura, qualche tratto a piedi e per finire una bella discesa impegnativa ma sempre varia: dal tecnico lento a qualche tratto più veloce.
Ognuna di queste discese va letta, capita ed interpretata nel modo giusto. In ognuna di queste discese bisogna trovare il giusto ritmo, il suo flow.
Il mezzo per questi giri deve essere un compromesso tra leggerezza, posizione di guida e scorrevolezza in salita e affidabilità e sicurezza nella guida discesistica. Ogni compromesso della bici non coinvolge solo la propria bici ma impegna anche il rider. Cambiare assetto, gomme, regolazioni della forca significa adattare la propria guida a ciò che stiamo guidando e al sentiero che stiamo percorrendo. Ci saranno tratti che con una bici assettata All-mountain andranno condotti in modo più delicato rispetto ad una bici impostata da Freeride: dovrà aumentare la nostra sensibilità nell'assecondare i comportamenti della bici, dovremo affinare la nostra rapidità nel capire il sentiero, adeguandoci attimo per attimo ad esso.
In generale una hardtail obbliga ad uan guida più attiva e quindi più dispendiosa rispetto ad una bici full. Tuttavia la possibilità di usare gomme con carcassa da DH può aiutarci a guidare un pò in riserva confidando nel potere assorbente di gomme molto larghe e più sgonfie del solito a discapita della scorrevolezza puntando magari su una guida più aggressiva.
Personalmente ho sempre amato le hardtail per il piacere di ricercare una guida il più possibile leggera, puntando sulla scorrevolezza, sulla compattezza e sulla leggerezza di questo tipo di bici. Per questo motivo ho sempre preferito gomme più strette, leggere e scorrevoli rispetto a tanti miei colleghi. Il prezzo da pagare per questa scelta è quello di un maggiore dispendio di energie, qualche foratura in più e qualche km/orario di velocità in meno rispetto agli altri. Ma questo modo di guidare è per me una sfida interiore, il cui obiettivo è quello di arrivare ad una guida leggere e pulita nei singletrack. I singletrack del resto sono l'unico vero habitat naturale della MTB. Nel singletrack vedi lo stile, il flow. Una FFF porta a galla più di qualsiasi altra bici quel ritmo che ognuno a dentro di se che è il tuo modo di interpretare il sentiero. La discesa di ognuno di noi è come una cover di un pezzo di cui nessuno ha mai sentito l'originale, ma possiamo solo immaginarlo. I nostri occhi, la nostra mente e la nostra bici sono il modo in cui noi interpretiamo ogni sentiero.
Giornata splendida, temperatura mite e nel cielo azzurro neppure una nuvola. Ci aspettava la salita della Brugiana e due splendide discese. Secondo me questo è davvero un bel giro e credo che tutti i presenti possano confermare. Io, Leopard, Malco e @one con le nostre hardtail, Maik con la molla sotto al culo: i 5 dell'ave maria.
Questo giro racchiude in se tutte le variabili che un giro all-mountain deve avere: una prima salita non troppo faticosa (e noi abbiamo saltato un pezzo panoramico ma spaccaschiena) e quindi godibile, singletrack più semplici come riscaldamento ma con difficoltà in progressivo aumento, un'altra salita più dura, qualche tratto a piedi e per finire una bella discesa impegnativa ma sempre varia: dal tecnico lento a qualche tratto più veloce.
Ognuna di queste discese va letta, capita ed interpretata nel modo giusto. In ognuna di queste discese bisogna trovare il giusto ritmo, il suo flow.
Il mezzo per questi giri deve essere un compromesso tra leggerezza, posizione di guida e scorrevolezza in salita e affidabilità e sicurezza nella guida discesistica. Ogni compromesso della bici non coinvolge solo la propria bici ma impegna anche il rider. Cambiare assetto, gomme, regolazioni della forca significa adattare la propria guida a ciò che stiamo guidando e al sentiero che stiamo percorrendo. Ci saranno tratti che con una bici assettata All-mountain andranno condotti in modo più delicato rispetto ad una bici impostata da Freeride: dovrà aumentare la nostra sensibilità nell'assecondare i comportamenti della bici, dovremo affinare la nostra rapidità nel capire il sentiero, adeguandoci attimo per attimo ad esso.
In generale una hardtail obbliga ad uan guida più attiva e quindi più dispendiosa rispetto ad una bici full. Tuttavia la possibilità di usare gomme con carcassa da DH può aiutarci a guidare un pò in riserva confidando nel potere assorbente di gomme molto larghe e più sgonfie del solito a discapita della scorrevolezza puntando magari su una guida più aggressiva.
Personalmente ho sempre amato le hardtail per il piacere di ricercare una guida il più possibile leggera, puntando sulla scorrevolezza, sulla compattezza e sulla leggerezza di questo tipo di bici. Per questo motivo ho sempre preferito gomme più strette, leggere e scorrevoli rispetto a tanti miei colleghi. Il prezzo da pagare per questa scelta è quello di un maggiore dispendio di energie, qualche foratura in più e qualche km/orario di velocità in meno rispetto agli altri. Ma questo modo di guidare è per me una sfida interiore, il cui obiettivo è quello di arrivare ad una guida leggere e pulita nei singletrack. I singletrack del resto sono l'unico vero habitat naturale della MTB. Nel singletrack vedi lo stile, il flow. Una FFF porta a galla più di qualsiasi altra bici quel ritmo che ognuno a dentro di se che è il tuo modo di interpretare il sentiero. La discesa di ognuno di noi è come una cover di un pezzo di cui nessuno ha mai sentito l'originale, ma possiamo solo immaginarlo. I nostri occhi, la nostra mente e la nostra bici sono il modo in cui noi interpretiamo ogni sentiero.
5 commenti:
Io credo che un 2.35" davanti e dietro sia una cosa giusta, il fatto è che ci vogliono membrane da dh e non da xc in maniera da poter regolare la pressione e quindi il grip sul terreno. Comunque io non mi arrendo e continuo la prova (la gomma dietro la cambio pur mantenendo lo stesso spessore).
propongo che ognuno di noi crei un post correlato di foto dove descrivere la propria FFF e il perchè di certe scelte nel montaggio. Anatomy of a FFF oppure FFF bike porn.
Concordo e continuo a sperare che tutti i fff facciano un loro articolo e non solo noi tre.
qui, sul blog!!
tutti oramai potete scrivere.
chi non può farlo mi mandi una mail,così che io possa inviargli l'invito di iscrizione.
Maik per scrivere sul blog funziona così: Nella pagina iniziale di sono tutti i nostri nomi, link, ecc.; in fondo ad essi trovi la scritta I power Blogger, ci pigi sopra e ti si apre la pagina che ti chiede (in alto a destra)l'username e passeword; dopodichè ti viene la pagina con scritto bacheca, clicchi su nuovo post e da questo momento in poi puoi scrivere l'articolo. Se passi con il mause sopra le iconcine trovi anche il modo di inserire le foto.
Se hai un problema con l'username e password allora ricontrollali.
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