19 marzo 2007

La compagnia del Budello

Il passaggio lungo Gran Burrone ci dava quello stimolo in più per compiere questa ennesima impresa; il gruppo era ben affiatato, ma qualcuno si sarebbe ravveduto nell'abbondonare il buon vecchio mezzo front a casa per sfoggiare una full nuova fiammante.
La salita verso il crinale apuano scorre lenta e tranquilla, ma rimango particolarmente basito dall'abbigliamento/atteggiamento di sir Valanga da Biella, in quanto era la prima volta che lo vedevo in fuseau, ma soprattutto pedalare.
L'accento fiorentino echeggiava nella vallata ed i due forestieri sembravano a proprio agio immersi nel bosco; messer Tomb ed il fido Tizzianini salivano infingardi senza preoccuparsi minimamente del fatto che stavano transitando su territorio straniero.
Gli amici del neo fullista prendevano questa nuova esperienza nella giusta maniera conquistando insieme alla "compagnia dei budelli" l'agognata vetta.
Non posso poi dimenticare la presenza di sir Milk da Ronchi che con la sua celestina front ed il mantello verde foresta si mimetizzava benissimo nell'ambiente circostante quasi fosse a conoscienza di un attacco diretto ai sui life point e di sir Secco che invece sentiva già nell'aria qualche cosa che gli avrebbe intracciato il cammino a tal punto che gli veniva a mancare il respiro.
In cima alla fila c'erano il nostro condottiero, meglio noto come il Pazzo di Lucca e l'impavido sir Leo da Carrara; quest'ultimo avrebbe dato prova delle sue doti combattive anche nel momento più duro e cioè la discesa.
Raggiungiamo in breve il punto in cui le fide due ruote devono far largo alle poderose gambe benedette al nostro passaggio attraverso Gran Burrone e durante la scalata cerchiamo di visualizzare il passaggio ove posare le nostre ruote in discesa.........ed eccoci finalmente di fronte al BUCO.
Molte sono le leggende e storie che narrano la nascita di questo maxi schermo naturale; alcune parlano di orchi repressi ed altre di urinate corrosive, ma forse l'unica plausibile va ricercata nel mestiere di Sir Leo da Carrara, che in tempi remoti aveva trovato in questa zona il materiale giusto per realizzare il pavimento della sua reggia.
Contempliamo basiti lo splendido panorama della "Terra di Mezzo" e ci rifocilliamo con le bacche recuperate lungo il tragitto; abbiamo bisogno di energie per debellare il male che ci affligge, ma chissà quanti di noi riusciranno ad avere la meglio!
Ci infiliamo le armature ed adattiamo i nostri mezzi alla discesa; in prima linea ci sono l'impavido fiorentino Tomb ed il prode condottiero sir Leo che in men che non si dica lasciano a bocca asciutta gli infidi speroni di roccia; poi scende il resto della compagnia e per molti di noi la sorte non è di aiuto; scendiamo di sella al cospetto del passaggio tecnico e ci inchinano di innanzi agli spuntoni aguzzi, poi c'è chi rischia e si ritrova 10 mt. più in basso rispetto al punto in cui si sono fermate le due ruote, giocando così gli ultimi jolly che aveva a disposizione per l'intero anno.
Nella parte bassa della discesa tutto procede per il meglio; c'è chi da prova della sua maestria nell'usare la propria arma di alluminio e c'è chi rimane a guardare contento per avere accanto a se un personaggio senza macchia nei pantaloni.
Arrivati in prossimità del paese, ormai a pericolo scampato, molti ripensano all'impresa che è stata effettuata ed altri si sentono amareggiati per non aver conbattuto con tutto se stessi contro gli elementi, ma ci sarà un'altra occasione.


Foto by PdL.

3 commenti:

Anonimo ha detto...

Bello! Davvero emozionante codesto racconto...

Simone Pera ha detto...

un sarai mica un fiorentino, perchè sennò indovino chi sei.

Anonimo ha detto...

Tiziano fai a modo che in Francia ti pettinano...