Non so quanti di voi si ricordano di questo film, ma tanto è lo stesso perchè oggi vi racconto quello che è successo a noi.
Partiamo da Pietrasanta spensierati per raggiungere S. Anna di Stazzema: io, Leo ed Elettrico. Non sappiamo quanto tempo ci vorrà per raggiungere la discesa, ma è da un pò di tempo che voglio provare questo itinerario e non penso alla lunghezza ed ai tratti di asfalto che ci porteranno a destinazione, molti dei quali con pendenze veramente allucinanti.
La nostra però è una passeggiata dove abbiamo tanto tempo per parlare e pensare alle modifiche che abbiamo o vogliamo apportare al nostro mezzo, così.....dopo circa 1,30 ora eccoci al piazzale della chiesa dove incontriamo Don Marco, parroco di Valdicastello e conosciuto da tutti i componenti di questa scampagnata in quanto io ho fatto la comunione da lui, Leo l'ha unito in matrimonio e l'Elettrico è fidanzato con una ragazza della frazione di Pietrasanta.
Parliamo con lui dell'eccidio di S. Anna mentre ci mangiamo la focaccia locale, dopodichè proseguiamo la nostra avventura scendendo ed ancora salendo quei tratti di mulattiera che ci porteranno sopra Capriglia e che costeranno al sottoscritto ben tra forature.
La discesa in se per se non è niente di speciale, ma a me va bene così in quanto la volevo provare assulutamente, anche per poter dire ai f.f.f. se bisogna ritornarci oppure no; solo l'ultimo tratto che collega a Solaio è degno di nota in quanto c'è una serie di tornanti molto stretti e tecnici grazie anche alla conformazione rocciosa/viscida del terreno. Rialziamo le nostre selle in località Vellecchia vecchia e Leo ci chiede se possiamo fare l'argine del fiume per evitare il traffico della Provinciale; troviamo la sua soluzione una buona idea, ma il pericolo dell'attraversamento non l'avevamo messo in conto e comunque tutto va bene fino a questo punto, continuiamo a scazzare fino a che il discorso non ricade sulle siringhe che vengono abbandonate in questo tratto di fiume Versilia, e di quanta gente si rovina la vita iniettandosi quel veleno in corpo. Pensiamo anche alla possibilità di trovare qualche "elemento" del genere lungo il nostro cammino ed ecco che da lontano intravediamo una figura rannicchiata per terra accanto ad una bici tenuta in piedi dal cavalletto.
Partiamo da Pietrasanta spensierati per raggiungere S. Anna di Stazzema: io, Leo ed Elettrico. Non sappiamo quanto tempo ci vorrà per raggiungere la discesa, ma è da un pò di tempo che voglio provare questo itinerario e non penso alla lunghezza ed ai tratti di asfalto che ci porteranno a destinazione, molti dei quali con pendenze veramente allucinanti.
La nostra però è una passeggiata dove abbiamo tanto tempo per parlare e pensare alle modifiche che abbiamo o vogliamo apportare al nostro mezzo, così.....dopo circa 1,30 ora eccoci al piazzale della chiesa dove incontriamo Don Marco, parroco di Valdicastello e conosciuto da tutti i componenti di questa scampagnata in quanto io ho fatto la comunione da lui, Leo l'ha unito in matrimonio e l'Elettrico è fidanzato con una ragazza della frazione di Pietrasanta.
Parliamo con lui dell'eccidio di S. Anna mentre ci mangiamo la focaccia locale, dopodichè proseguiamo la nostra avventura scendendo ed ancora salendo quei tratti di mulattiera che ci porteranno sopra Capriglia e che costeranno al sottoscritto ben tra forature.
La discesa in se per se non è niente di speciale, ma a me va bene così in quanto la volevo provare assulutamente, anche per poter dire ai f.f.f. se bisogna ritornarci oppure no; solo l'ultimo tratto che collega a Solaio è degno di nota in quanto c'è una serie di tornanti molto stretti e tecnici grazie anche alla conformazione rocciosa/viscida del terreno. Rialziamo le nostre selle in località Vellecchia vecchia e Leo ci chiede se possiamo fare l'argine del fiume per evitare il traffico della Provinciale; troviamo la sua soluzione una buona idea, ma il pericolo dell'attraversamento non l'avevamo messo in conto e comunque tutto va bene fino a questo punto, continuiamo a scazzare fino a che il discorso non ricade sulle siringhe che vengono abbandonate in questo tratto di fiume Versilia, e di quanta gente si rovina la vita iniettandosi quel veleno in corpo. Pensiamo anche alla possibilità di trovare qualche "elemento" del genere lungo il nostro cammino ed ecco che da lontano intravediamo una figura rannicchiata per terra accanto ad una bici tenuta in piedi dal cavalletto.
Man mano che ci avviciniamo la figura diventa sempre più nitida fino a che non vediamo uscire da una delle sue narici un candelotto di sangue. Ognuno di noi vede particolari diversi.......per esempio l'Elettrico nota subito il contorno degli occhi neri quasi tumefatti, io e Leo il particolare sopra detto ed in più il colore delle mani e del viso; tutto ciò messo insieme da adito a pensare ad una sola cosa..........."questo è morto".
Non riusciamo subito a tirare fuori i nostri pensieri, ma chiamiamo subito il 118 che si presenta dopo pochi minuti davanti al luogo che gli avevamo indicato. Il dottore ci conferma il decesso e prova anche a capire da quanto tempo sia morto, ma il sole non ha riscaldato quel corpo accasciato al suolo ed il calore confonde le idee; comunque è un ragazzo di un età compresa tra i 35 e 38 anni.
Dopo poco arrivano anche le forze dell'ordine che prima di mandarci via ci chiedono cortesemente di comunicare i nostri dati (nome, cognome, età, residenza, ecc.).
Riprendiamo i nostri mezzi e cercando di divagare sull'accaduto ci ritroviamo in piazza del Duomo a Pitrasanta davanti ad una birra e qui i pensieri cominciano a partire: pensiamo a cosa gli sia potuto succedere, ma soprattutto rimaniamo rattristati da come questa persona abbia finito la sua vita,così abbandonato a se stesso lungo l'argine di un fiume, e chissà quanto tempo sarebbe passato prima che qualcuno (al posto nostro) avesse visto questo corpo, forse avrebbe pensato che era un drogato e che era fatto. La verità sulla morte di questa persona, chi era, ecc. lo scopriremo sicuramente domani sui giornali locali e comunque il nostro stand by me è stato molto più triste di quello raccontato nel film dell'86 dove l'avventura di questo gruppo di adolescenti aveva lasciato qualcosa di positivo nelle loro vite.
Non riusciamo subito a tirare fuori i nostri pensieri, ma chiamiamo subito il 118 che si presenta dopo pochi minuti davanti al luogo che gli avevamo indicato. Il dottore ci conferma il decesso e prova anche a capire da quanto tempo sia morto, ma il sole non ha riscaldato quel corpo accasciato al suolo ed il calore confonde le idee; comunque è un ragazzo di un età compresa tra i 35 e 38 anni.
Dopo poco arrivano anche le forze dell'ordine che prima di mandarci via ci chiedono cortesemente di comunicare i nostri dati (nome, cognome, età, residenza, ecc.).
Riprendiamo i nostri mezzi e cercando di divagare sull'accaduto ci ritroviamo in piazza del Duomo a Pitrasanta davanti ad una birra e qui i pensieri cominciano a partire: pensiamo a cosa gli sia potuto succedere, ma soprattutto rimaniamo rattristati da come questa persona abbia finito la sua vita,così abbandonato a se stesso lungo l'argine di un fiume, e chissà quanto tempo sarebbe passato prima che qualcuno (al posto nostro) avesse visto questo corpo, forse avrebbe pensato che era un drogato e che era fatto. La verità sulla morte di questa persona, chi era, ecc. lo scopriremo sicuramente domani sui giornali locali e comunque il nostro stand by me è stato molto più triste di quello raccontato nel film dell'86 dove l'avventura di questo gruppo di adolescenti aveva lasciato qualcosa di positivo nelle loro vite.
3 commenti:
agghiacciante... :-(
cavolo ragazzi ... ho letto sul giornale ma mai avrei pensato che .....
son senza parole....
dico solo
riposi in pace ....
Spero che una cosa così possa non risuccedermi mai più...
La cosa più triste che mi sia mai successa...
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